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Von: Eva
Geschrieben : 31-08-2024
Wird versandt : 01-10-2029
Chissà chi sei diventata
Sto scrivendo questa lettera in una calda sera di agosto. Ho 25 anni, sto studiando (in maniera discutibile) per prendere la patente, e presto dovrò capire dove dirigere la mia vita. Ho perso parte dell'innocenza che ci viene data gratuitamente alla nascita e che il mondo sceglie arbitrariamente quando toglierci, senza consenso né richiesta. Ho finito ormai l'università, anche se il percorso formativo è ben lontano dal termine. Ho avuto tre relazioni, tutte diverse e tutte con fragilità simili. Ho organizzato festival, fatto militanza, conosciuto diverse persone profondamente, ho bevuto fino a stare male, ho dormito in luoghi improbabili, ho interrotto rapporti, ho pianto, ho fatto soffrire e ho sofferto.
E adesso scrivo a te, che leggerai tutto ciò tra cinque anni. E la domanda che voglio ardentemente farti è questa: cosa ne è stato della me dei 25 anni? Sarai ancora la ragazza che ha dormito su un pavimento di pietra tra le slot machines a capodanno? O quella che piangeva nella doccia dopo l'ictus di papà? Sarai ancora la persona che per consolare un suo amico è disponibile a qualunque ora, in qualunque giorno? Ti piaceranno ancora i temporali, e la musica pop che fingi di non ascoltare? Avrai trovato qualcuno che ti guardi con la consapevolezza di ciò che offri, ma senza immaginare quella che non sei? Com'è questa persona? C'era già a 25 anni, e tu non lo sapevi? Hai ricominciato a scrivere?
A 25 anni eri contenta, ma abbastanza severa con te stessa: forse è una cosa che adesso, 5 anni più tardi, puoi provare a smussare. Ti auguro di guadagnare più leggerezza, di perdonarti un po' di più. assicurati che le persone accanto a te, così come riescono a prendersi i lati belli, dolci e sfavillanti, siano in grado di voler bene anche a quelli più tetri. Ascoltali accettare la depressione di tua madre che ha lasciato qualche nero strascico anche su di te; ascoltali mentre dici loro scusa, ho sbagliato, non lo so, non ho questa risposta. Elimina quel bisogno di superumano che da sempre covi dentro di te, perché tutto è perfettibile ma nulla sarà mai perfetto. Accetta il tuo non essere immacolata. Sei all'estero, sei in Italia, dove sei? Fotografi ancora oggetti lungo la strada, o nelle case? Ti piacciono ancora i giochi di luce sulle foglie degli alberi? Hai fatto la maratona?
Ti auguro di avere più fiducia nella tua intelligenza di quanta tu ne abbia avuta a 25 anni. Ti auguro di non sabotarti, di non osare più pensare "non sono in grado". Gli esseri umani sono resistenti a innumerevoli cose, troppe per pensare di non essere in grado.
Ti auguro di ricordare che a 25 anni già soffrivi. Ti auguro di ricordare quanto ti ha fatto soffrire la tua prima relazione, e quanto fosse placido il desiderio di non arrivare a 25 anni. Ti auguro di ricordare l'abuso psicologico, la solitudine, la segregazione in una vita che non era la tua: ti aiuterà a ricordare che quello che meriti è infinitamente più vasto e alto. Ti auguro di ricordare il giorno in cui dicesti a tua madre che non eri eterosessuale: ti aiuterà a capire che l'amore per te stessa è stato più forte del suo giudizio, e forse anche dell'amore nei suoi confronti. Ti auguro di ricordare il modo in cui ti ha abbracciata, come se avessi la peste, e ti auguro di ricordare anche quando, quattro anni dopo, ti ha confortata quando hai lasciato la tua terza ragazza. Ti auguro di ricordare quanto i tuoi genitori, più di altri, non siano figure bidimensionali.
Roberta e Virginia sono ancora nella tua vita? In quale ruolo? Se non è così, ti mancano? Non ho mai veramente capito cosa fosse la mancanza per te. Tu e Flavio siete ancora amici?
Ti auguro di riuscire di nuovo a scrivere senza il freno che senti ora. Ti auguro di ricevere più volte delle scuse.
Ma soprattutto, ti auguro di non appiattirti mai: gli auguri di felicità sono banali e, come dice Coleridge, "la felicità è come un cane da caccia sotto il sole. L'uomo non è sulla terra per essere felice, ma per sperimentare cose incredibili". Perciò, non mi importa se, nel momento in cui leggerai questa lettera, sarai effettivamente felice. Magari non lo sarai, magari sarà una giornata no, forse al lavoro non starà andando bene, forse sarai single da poco. Ma avrai sperimentato cose incredibili? E, soprattutto, hai sperimentato la cosa più incredibile di ogni altra, cioè percepire sé stessi come individui fedeli a ciò che sono, anche se sono qualcosa che non ha ragione di esistere? Essere fedeli a qualcosa di specifico è facile. Ma accettare di essere leali, fiduciosi e buoni verso quel piccolo nulla che ci portiamo dentro, quello è veramente impegnativo.
Ciao Eva, ci vediamo tra 5 anni.

Ps: ricordati di leggere sempre molti libri


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