Hey, è un po' triste, vero? Scriversi da solo è un po' come parlare da solo, e si sa questo non è un sintomo di grande sanità mentale o felicità. Già, la felicità. Un mese fa non è che ne avessi molta. La felicità deriva dalla considerazione che gli altri hanno per te, dal conoscere persone che stanno bene insieme con te e sentono un po' la tua mancanza quando non ci sei. Poi basta avere una famiglia, una casa, del cibo e dei vestiti. Le cose materiali non contano davvero. Contano solo gli altri, una mamma e un papà che ti guardano crescere con gli occhi lucidi, degli amici che ti vogliono bene e vogliono che tu sia felice, una persona ti consideri speciale proprio come tu consideri lei. Quando si ha questo e si è giovani, si ha tutto. Poi con l'età subentrano problemi lavorativi, di denaro, di salute. Ma in questi anni vorrei solo divertirmi e sentirmi amato dagli altri. Condividere esperienze con le persone a cui voglio bene. Ma un mese fa c'erano troppi momenti in cui mi sentivo solo, forse dando per scontato la mia famiglia e il resto che ho, ma io non posso comandare le mie emozioni. Nessuno sembra essere empatico. Anche chi è buono e gentile, di fatto poi pensa semplicemente a se stesso e non appena ha l'occasione, non ti pensa minimamente. Ognuno pensa alla propria felicità, non a quella degli altri, e la cosa triste è che lo stesso faccio io. Ma adesso ho 18 anni, adesso posso ufficialmente fare quello che voglio, devo fare volontariato, trovarmi un lavoretto, apprezzare le piccole occasioni di felicità che ci offre la vita. Divertiti con gli altri, e se gli altri non vorranno farlo con te, sorridi e sii felice lo stesso. Fai quello che ti piace, esci di casa, scappa e pensa a quella battuta stupida che ti è venuta qualche ora fa. La vita non è poi così male, almeno, comunque vada, hai la tua coscienza, il tuo pensiero, le tue speranze. Sorridi nonostante tutto. Un abbraccio dal passato. Il te di un mese fa ti vuole bene.