Cagliari, 11 giugno 2017 to somewhere, 11 giugno 2027

Cara me, di nuovo.
Non so dove tu sia in questo momento, cosa tu stia facendo e forse non so nemmeno chi tu sia oggi. Però ci conosciamo, quell’impronta di fondo che ci rende noi è difficile che vada a perdersi completamente nel tempo.
Hai già provato in passato a scrivere alla te del futuro, quella che vorresti rendere ridiculously proud con le tue scelte e, se possibile, semplicemente con il tuo modo di essere. Augurarti di essere felice renderebbe questa lettera per te inconsuetamente banale, io, dal lontano oggi, posso fare sicuramente di meglio.
Oggi hai 20 anni, sei in un mare di studio e tra un paragrafo e l’altro scrivi, lo fai ancora? Spero che la frenesia dei tuoi giorni lasci spazio a quest’abitudine che da sempre è parte di te.
Chissà come in 10 anni le cose sono cambiate per te, sei poi riuscita a realizzare il tuo “Un giorno, forse, se tutto va bene…”? Spero di sì, a 20 anni era quello che ti faceva brillare gli occhi, fantasticando in compagnia di infiniti libri e due amiche che mi piacerebbe fossero ancora nella tua vita: vi siete poi riconfermate dalla parte buona delle statistiche? E che statistiche, vi facevano parlare per pomeriggi interi. Mi sembra strano, oggi, scrivere alla te, alla me di un giorno che, se devo essere sincera, non riesco ancora a focalizzare pienamente, se non al di là di qualche inconsistente previsione. Un anno fa (tra pochi giorni) sei giunta al tuo primo grande epilogo, quello scolastico, ed è stato il momento in cui tutto è cambiato senza che niente, veramente, cambiasse: mi chiedo se al tuo oggi sei andata incontro ad altri momenti simili, in cui hai avuto la percezione che il mondo girasse con te a bordo, riconfermandoti affetti, scelte ed esperienze vissute; il cambiamento d’altronde è sempre stato uno dei punti salienti della tua, ad un tempo, filosofia del “Il meglio deve ancora venire”, con il desiderio di migliorarsi e con tutta la caparbietà che ti contraddistingue.
Mi chiedo poi chi siano oggi le persone della tua vita, quelle che viaggiano con te, che ci sono e non programmano di andarsene, quelle che ti tengono con i piedi per terra e quelle che ti fanno sognare, spero di conoscerle già, se non tutte, gran parte.
Hai continuato a viaggiare? Sono sicura che non ti sei fatta mai intimidire davanti agli scenari di terrore del nostro secolo, la voglia di conoscere ogni centimetro del nostro mondo è certamente superiore. A proposito, mi auguro che a questo punto della tua storia l’umanità sbiadita nei miei ultimi anni sia tornata viva e preponderante, in un’ottica di rinnovata speranza.
Cosa ti piace oggi? Aspetti ancora il tuo Luglio con grande trepidazione? Se c’è una cosa che non è cambiata in questi tuoi primi 20 anni è l’amore per il mare, dove sei cresciuta, per i colori di un tramonto o di un’alba, per le stelle, per la sabbia calda e il sale tra i capelli; ovunque tu sia, ovunque la vita ti abbia portato so per certo che questo è ancora il tuo posto nel mondo, e sai bene come desidero per te che possa chiamare casa quanti più posti possibile.
Cerco, invano, di immaginarmi la tua espressione quando tra dieci anni leggerai questa lettera, smentendo o confermando, riga dopo riga, quello che la te ventenne vedeva nel suo futuro, quello a un passo dal passato.
Cara me, questo è quanto.

Che tu possa avere
sempre il vento in poppa,
che il sole ti risplenda in viso
e che il vento del destino
ti porti in alto a danzare con le stelle.



Tua, oggi e sempre